Hotel Viticcio – Istruzioni per una serena vacanza

Prima di iniziare la vacanza il nostro benvenuto e una piccola curiosità.
Sebbene ci troviamo in una zona anticamente ricca di vigneti, l’origine del nome di questo incantevole golfo e dalla sua omonima spiaggia niente ha a che vedere con la coltivazione o la presenza della vite o delle vigne.
Il termine dialettale indica proprio i viticci teneri di una pianta il cui nome scientifico è Clematis Vitalba (Clematis dal greco Klèmatis = viticci) dal femminile del latino vitis + albus, vite + alba, vite bianca.
Quando fiorisce è una pianta molto bella, con quei fiori bianchi stellati (i nostri vecchi la chiamavano anche spumosa) che spuntano da maggio ad agosto confondendosi col biancospino e che, come il biancospino, emanano un tenerissimo profumo.
Solo che la pianta non ha nulla di tenero. E’ una delle maggiori liane della nostra flora con rami che raggiungono anche 20 metri. La pianta è tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. In passato veniva chiamata anche erba dei cenciosi in quanto i mendicanti erano soliti procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le sue foglie per impietosire i passanti.
In epoche passate i ragazzi elbani coglievano un rametto un po’ legnoso ma ancora tenero all’interno e lo usavano come una sigaretta: insomma, si fumavano i viticci. Un sapore acre e pungente li induceva dopo un paio di tirate a smettere con gli occhi fuori dall’orbita e una tosse che provvidenzialmente interveniva per espellere le sostanze irritanti inalate. I giovani getti, dopo averli bolliti, si usavano per preparare frittate e ripieni. Con i rami si realizzavano invece graticci o seccatoie su cui stendere frutta a essiccare.